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Giovedì
28 Ottobre 2004
IL GIORNALE
DI VICENZA
Ilvolodellastrega
inunaxilograatrattadal Compendium
malecarum diFrancescoMariaGuazzo,
Milano,1626(BibliotecaCiv.Bertoliana).
Eil“Martello
dellestreghe”
tornaapicchiare
Maria, strega vicentina
È statalaMatrignadiBiancaneveelaRegi-
me accompagnata solo da una civetta,
un
guaritricedicampagnavittimadell’Inquisizio-
ne, torturata e bruciata tra una folla festante
sulrogo.Eunafanciullaperdaetentatrice.È
ne, torturata e bruciata tra una folla festante
nte
nero e con una scopa tra le mani… in
altre parole streghe! Nell’immagina-
rio collettivo questi sono alcuni degli attributi
che rendono immediatamente riconoscibile
una maliarda. Alla “ mise ” stregonesca d’ordi-
nanza si possono aggiungere anche un gatto
nero, delle ali di pipistrello, un fuso, talvolta
unospecchioeuncapro,simbolodelmaligno.
Ma da dove nascono queste immagini così
ben impresse nel repertorio visivo comune?
Alla base dell’iconograa della strega medie-
vale e rinascimentale stanno sicuramente le
fonti letterarie greche e latine rielaborate tra
Due e Quattrocento, momento in cui quelle
stesse autorevoli testimonianze alimentano
la credenza nelle ancelle di Satana. Le Furie,
Tisifone, Megera e Aletto, più vecchie di tutti
gli dei dell’Olimpo, costituiscono uno dei mo-
delli più sfruttati per l’iconograa maleca in
epoche successive: sono anguicrinite e il loro
corpi, neri, hanno ali di pipistrello. L’immagi-
ne della strega medievale, pallida, in veste
succinta, a piedi nudi e ululante come un
animale, trova corrispondenza, per esempio,
nella descrizione oraziana di Canidia. È solo
stataunapresenzadacuidifendersiconamu-
leti, un mistero dacui stare lontani, un nome
da pronunciare con prudenza, evocatrice di
qualcosacheamoltispaventaancora.Lasto-
riadellestregheèunastoriacomplessa,dif-
ciledadecifrare,unastoriadoves´intrecciano
medicinaemagia,veritàesuperstizione,cro-
nacaeleggenda.Lestregheeranodonneche
uscivano dalla norma, erano le guaritrici, le
conoscitrici delle antiche cure erboristiche, le
ostetriche. Straordinari furono la fantasia e
l’impegno dei processi alle streghe dei secoli
XVeXVI,messiinattodallaculturaalta,isti-
tuzionaleemaschile,persoffocareunmondo
femminile popolare la cui creatività e libertà
annichiliva e terrorizzava più del demonio. La
sosticata costruzione di un capro espiatorio,
cheduròpiùdiduesecolieacuisifacevari-
salirelacolpadiognimale-dallacarestiaalla
malattia, dalla morte di un glio all’impoten-
za,noalmancatoamorediunconiuge-,na-
scondeva,oltreadunfacilealibiperscaricare
eallontanaredaséaggressivitàeviolenza,la
pauraperunpoterefemminilearcaicoequo-
tidiano. Sopra ogni cosa le streghe erano pe-
ricolose in quanto ammaliatrici, detentrici del
potere della seduzione e della sessualità. Nel
1486 due domenicani tedeschi, Jakob Spran-
gereHeinrichKramer,pubblicaronoquelloche
ancoraoggirestailpiùnotoecitatotraimol-
tissimitrattatisullastregoneriaesullamisogi-
nia: il “Malleus malecarum” ovvero “Il Mar-
tello delle streghe”, conservato in Bertoliana
nell’edizionediFrancofortedel1588.Neltrat-
tato si legge: “Poiché [le donne] mancano di
forze sia nell’anima che nel corpo, non c’è da
meravigliarsi se cercano di stregare chi odia-
no…D’altrapartec’ècomeundifettodiorigi-
nenellacreazionedellaprimadonna,poichéè
statafattaconunacostolacurva,unadiquelle
del busto, ritorta e come opposta all’uomo. E
daquestodifettoderivache,essendounani-
male imperfetto, essa inganna”. Ma nel seco-
lodellaSantaInquisizionevifuanchechicer-
còdidissacrarelecredenzedemoniachesulle
streghe,riportandoildiscorsosuunpianocli-
nico-naturalistico. Il medico Jean Wier consi-
deravalestreghesolamentedellepoveresof-
ferenti, donne affette da “ melanconia” e non
animale, trova corrispondenza, per esempio,
sem
nelMedioevo,tuttavia,chel’iconograasipre-
cisaelestregheinizianoadessererafgurate
in volo, a cavallo di un capro e, successiva-
mente,diunfusoodiunapiùclassicascopa.
Il maschio della capra, nella mitologia greca,
era consacrato ad Afrodite in quanto anima-
ledallanaturaardenteeprolicaecometale
era spesso cavalcatura della dea, di Dioniso
e di Pan. Si comprende, dunque, come per
un rovesciamento del senso dell’istinto, l’ani-
male sia diventato simbolo della lussuria, di
Belzebù (si pensi all’immagine del diavolo
tra Quattro e Cinquecento con testa, corna
e coda caprine) e fedele compagno delle fat-
tucchiere.L’impiegodiunfusoodiunascopa
come mezzi di trasporto aereo trovavano ra-
gionenelsignicatoevidentementefallicodel
primo e nel ricco simbolismo della seconda:
l’ umile strumento domestico è segno di po-
tenza sacra e come tale veniva impiegato nei
templi e nei santuari antichi. Spazzare è un
servizio di culto con il quale il suolo inviolabi-
le viene mondato da tutti gli elementi esterni
venutiasporcarlo;se,però,siinvertelafun-
zionedelsimbolo,lascopadiventaunoggetto
che si lascia possedere dalle potenze oscure
cheavrebbedovutosconggeree,cometale,
divienestrumentodimalecioalqualelastre-
gaafdailpropriovolonotturnoallavoltadel
sabba.Maquestaèun’altraiconograa…
ChiaraGiacomello
scrivi@bibliotecabertoliana.it
ia”
da possessione diabolica; a questo argomen-
to dedicò l’opera “ De praestigiis daemonum,
et incantationibus ac veneciis ”. Da medico
razionalista, egli riconduceva ogni fenomeno
morale e comportamentale a cause patologi-
chenaturali;concezione,questa,davveroco-
raggiosa, se non oltraggiosa, all’epoca della
cacciaallestreghe.Seil“ Malleus” sipresenta
s”
ancora oggi come una fra le più monumen-
tali opere dedicate al sentimento misogino, il
trattato del Wier appare una sorta di femmi-
nismo “ante litteram”, coinvolto nel difendere
la dignità delle don-
ne accusate di stre-
goneria.
A Vicenza la
stregoneria si con-
gura nel ‘500 come
un movimento sot-
terraneo che si af-
anca all’eresia; la
strega, stringendo
un patto con il Dia-
volo, diventa ereti-
ca e come tale va
condannata. Que-
sto movimento si
può ricostruire tra i
calvinisti di Vicenza
(soprattutto all’in-
terno della fami-
glia Trissino), e nel
gruppo dei “lutera-
ni”, nome generico
dato allora ai prote-
stanti veneti, e fra i
quali fu arrestata la
famiglia del conte
Giacomo Angaran.
Strega-eretica ven-
ne considerata una
donna come Maria,
moglie di Zuan Do-
natodiCastaldidet-
to il Colombina (la
cui farmacia vicino
alDuomodiVicenza
era ricettacolo di
eretici calvinisti);
nella vita soffriva di
“melanconia” (che
secondo il Wier è
patologia tipica del-
ledonneaccusatedi
stregoneria) e di tristezze. Moglie di un calvi-
nista, Maria, strega utopica e regina di sogni
di rinnovamento, rappresentò nel ‘500 il lato
femminileenotturnodell’eresia(cfr.A.Olivie-
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me accompagnata solo da una civetta,
infuganotturnaconlasuascopa.Èstatauna
Acavallo
diunascopa...
Iconograa
diunastrega
M agre,pallide,vestiterigorosamentedi
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