Come_si_scrive_una_tesi_di_laurea.pdf

(226 KB) Pobierz
Microsoft Word - Come_si_scrive_una_tesi_di_laurea.doc
Come si scrive una tesi di laurea?
1. La tesi come progetto
Nonostante il titolo possa trarre in inganno, questo documento non ha la velleità
di insegnarvi come giungere a un prodotto di qualità: si limita a fornire poche
indicazioni pratiche, raccolte liberamente a partire dalle tante domande che i
laureandi mi pongono all’inizio e durante il loro lavoro di tesi. Siccome questo
documento è stato scritto per i miei laureandi, ma può circolare anche tra quelli
di altri colleghi, vi prego di non applicare queste mie disposizioni senza aver
prima consultato il vostro relatore.
A dire il vero spero che tutti voi troviate queste indicazioni ovvie e banali,
perché significa che il corso di studi che state portando a termine è riuscito a
fornirvi basi solide. Un libro intitolato “ Come si fa una tesi di laurea ” (Eco 1977)
già esiste: lo ha scritto Umberto Eco nel lontano 1977 1 ed è una lettura che
consiglio a chiunque stia per intraprendere un lavoro di tesi.
1.1. Il progetto
Come prima cosa cercate di capire il tipo di lavoro che desiderate fare e,
soprattutto, fate chiarezza sui motivi che vi spingono a studiare un determinato
argomento nell’ambito di una determinata disciplina. Riflettete innanzitutto su
questo punto: avete scelto l’argomento e, di conseguenza, il docente, o
viceversa? Ricordate che non sempre è facile conciliare interesse per
l’argomento e qualità del rapporto personale instaurato con il vostro relatore.
Una tesi di laurea consiste nel sostenere, appunto, una tesi, cioè
nell’argomentare tutto il percorso che conduce da una serie di idee/ipotesi di
partenza a una serie di affermazioni/conclusioni di arrivo.
1 Ci sono edizioni più recenti in commercio; per esempio quella tascabile del 2001 di Bompiani
1
All’inizio del vostro lavoro, scelta la materia, serve subito una “domanda di
ricerca”: qual è la vostra? Dopo aver scelto di studiare un determinato
fenomeno vi siete chiesti per quale motivo il vostro studio dovrebbe essere
interessante o utile? Quali sono le domande e quali le risposte che vorreste
trovare attraverso la vostra ricerca?
La ricerca (empirica) può perseguire molti scopi diversi (Bernardi 2005): la
descrizione (individuare, ordinare, classificare i fenomeni per poterli, ad
esempio, comparare), la spiegazione (studiare i meccanismi che legano
fenomeni tra di loro), la generalizzazione (capire regole e condizioni che
permettono di estendere i risultati ad altri contesti) e la previsione (immaginare
la dinamica futura dei fenomeni). All’inizio le domande possono essere anche
molto generiche, ma è importante muovere da esigenze cognitive chiare per
immaginare un progetto di ricerca e individuare le soluzioni metodologiche più
adeguate per aggredire il problema (tra le tante possibili).
Attraverso il lavoro di tesi si potrà suggerire un modello interpretativo per il
fenomeno oggetto di studio, mettere alla prova ipotesi e/o teorie vigenti,
evidenziare aspetti ignoti, etc. Non dimenticate, però, la dimensione della
fattibilità (Neresini 2005): valutate le risorse di cui disponete, tenendo presente
che si tratta di denaro, di tempo e, soprattutto, di competenze.
Un buon progetto contiene almeno i seguenti elementi:
-
riassunto (15 righe);
-
base scientifica e stato dell’arte (con rassegna della bibliografia disponibile);
-
descrizione del progetto (come si svilupperà la ricerca?);
-
risorse necessarie;
-
caratteri di innovatività del progetto;
-
obiettivi;
-
risultati attesi.
All’inizio non sarete in grado di descrivere tutte queste dimensioni, questo è
ovvio, ma non è mai troppo presto per cominciare a pensarci.
2
1.2. Che cosa (non) si può scrivere in una tesi di laurea?
La mia opinione è che, in linea di principio, possiate scrivere tutto quello che
ritenete utile per sostenere la vostra tesi, ma prima di fare un’affermazione o
scrivere un commento cercate di capire se rientra in uno dei seguenti casi:
1) opinioni, pareri, teorie, etc. tratte dalla letteratura (deve essere sempre
citata la fonte e la fonte deve essere presente in bibliografia);
2) dati, informazioni (deve essere sempre citata la fonte, aggiungendo
eventualmente la dicitura “nostra elaborazione”);
3) opinioni personali (argomentate alla luce di riflessioni che muovono dalla
teoria o dai dati ottenuti con la vostra ricerca empirica).
Se quello che state per scrivere non rientra in uno di questi casi riflettete sui
vostri appunti: state scrivendo una tesi di metodologia, non un diario o un
romanzo di avventure. Indipendentemente dal fatto che desideriate (o no)
parlare anche di impressioni ed emozioni, siete in grado di argomentare
efficacemente quanto avete scritto? Bene: ricordatevi sempre che in inglese la
discussione della tesi si chiama thesis defence .
Se la vostra è una tesi “sperimentale” (termine diffuso ma non corretto per
indicare che una parte della tesi è dedicata a un’indagine empirica), siete
naturalmente autorizzati a proporre le vostre aspettative tra le ipotesi di ricerca
e le vostre chiavi di lettura nella fase di interpretazione dei dati e nelle
conclusioni. Ma, attenzione, non si tratta di visioni oniriche: sono osservazioni
ottenute applicando la vostra (a volte innata) capacità di comparare e mettere in
relazione informazioni, fenomeni e teorie in maniera sensata e, possibilmente,
originale ( serendipity ).
Nella parte teorica della tesi, cioè quella dedicata alla rassegna della
bibliografia, dovete cercare di usare le idee trovate nella letteratura e di farle
“dialogare tra di loro” in maniera critica, integrandole con i vostri commenti
quando sono utili alla comprensione globale o quando aggiungono qualcosa di
illuminante a quanto detto da altri (attenzione però: dovete attribuire le opinioni
alle diverse voci e rendere esplicito lo spazio dedicato alle vostre
considerazioni).
3
Siate sintetici e parsimoniosi: la tesi è anche (o prima di tutto?) un buon
esercizio di sintesi.
1.3. Il “copia-incolla”: amico o nemico della stesura?
Inutile fare finta che non adotterete nella fase di stesura la classica tecnica
basata sul “copia-incolla" dalla letteratura. Fatelo con intelligenza e, soprattutto,
con spirito critico. Il "copia-incolla" va bene per una prima stesura e per vincere
il panico da pagina bianca: cominciate dalla lettura di un numero limitato di
contributi (libri o articoli fondamentali del settore) e copiate le parti che vi
sembrano più significative perché esprimono in una forma chiara le idee e i
concetti che anche voi avete in mente. Per non perdere preziose informazioni
ricordatevi di mettere sempre quello che copiate fra virgolette e di annotare il
libro e la pagina da cui state riprendendo il passo (vi servirà per affrontare il
problema della citazione in maniera corretta).
Dopo aver messo in ordine i materiali, rileggete tutto attentamente e cercate di
riscrivere il testo usando le vostre parole. Nella stesura finale è meglio usare le
citazioni “tra virgolette” (quelle riportate fedelmente parola per parola) con
parsimonia e, soprattutto, quando la porzione di testo che volete citare
costituisce un sunto particolarmente efficace. Non dimenticate di citare le fonti
anche per tutto il resto (il discorso verrà ripreso nel paragrafo 4.1.).
Giunti alla fine del vostro percorso di studi avete già trascorso all'interno delle
istituzioni scolastiche almeno 16 anni della vostra vita, ma questo non significa
che siate capaci di scrivere una tesi di laurea. Anzi, per la stragrande
maggioranza di voi è la prima volta.
Uno degli aspetti complessi è riuscire ad adeguarsi allo “stile”, al linguaggio e al
lessico tecnico della disciplina in cui si inserisce la vostra tesi. L’unico aiuto su
questo fronte può arrivare da un’analisi attenta della bibliografia, dalla quale
dovete riuscire a estrarre sia indicazioni di contenuto che indicazioni in termini
di linguaggio della comunità scientifica di riferimento. Da questo punto di vista il
“copia-incolla” può essere una buona palestra per l’addestramento.
4
In metodologia, per esempio, si preferiscono le frasi semplici. Di conseguenza è
meglio evitare periodi contenenti troppe subordinate. Inoltre, i legami fra
affermazioni consecutive devono essere il più possibile chiari ed espliciti. In
tutta la discussione deve essere posta una particolare attenzione ai metodi
adottati perché è il metodo a dare forma e sostegno al percorso di analisi.
1.4. La rete di supporto
Può sembrare banale, ma anche se voi leggeste cento volte il vostro testo non
sareste in grado di accorgervi di molti degli errori presenti: conoscete troppo
bene quello che avete prodotto, così, invece di rileggere, andate a memoria e
non riuscite a vedere quello che avete effettivamente scritto. Prima di
concludere il vostro lavoro è utile chiedere a qualcuno di leggere la vostra tesi e
correggere gli errori (relatore escluso, ovviamente, perché il relatore leggerà
varie stesure del vostro lavoro, ma il problema su cui sto cercando di porre
l’attenzione è leggermente diverso).
Il mio suggerimento è di chiedere di leggere la tesi nella versione semidefinitiva
a qualcuno che non sa assolutamente niente dell’argomento oggetto di studio
(vostra madre, un fratello, il/la fidanzato/a). Vi accorgerete che si tratta di
persone in grado di scoprire in media un errore per pagina.
2. Struttura della tesi
La tesi si organizza in capitoli, paragrafi e sottoparagrafi esattamente come un
libro di testo. Tipicamente una tesi di laurea presenta la seguente struttura:
-
introduzione (è la versione sintetica de progetto descritto al §1.1) e abstract ;
-
uno o due capitoli introduttivi (contesto, dati di sfondo, teorie, descrizione
del problema; interessi applicativi, base scientifica e stato dell’arte,
rassegna critica della letteratura);
5
Zgłoś jeśli naruszono regulamin