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I QUADRI DI CIVILTA’
I QUADRI DI CIVILTA’
a cura di Marina Medi
Un quadro di civiltà è un modello con cui si può descrivere un certo numero di
società, contemporanee tra loro o successive nel tempo, che hanno
caratteristiche simili. Ogni quadro presenta il modello nel suo momento più
significativo e in modo statico: come un vero quadro, chiuso nella sua cornice,
quello che importa è quanto vi è raffigurato dentro.
Compito della terza e quarta elementare è quello di presentare i modelli di
civiltà che si sono presentati nella storia dell’umanità, in una sorta di piccola
“pinacoteca”: la civiltà di caccia pesca e raccolta , la civiltà agricolo-
pastorale ; la civiltà industriale e la civiltà postindustriale .
I quadri dovranno essere posti a confronto tra loro per mettere in evidenza
somiglianze e differenze e, in ogni caso, confrontandoli con la realtà
(postindustriale) in cui vivono i bambini. Sarà inoltre opportuno far presente
che, se i quattro modelli sono sorti in epoche diverse della storia, ogni quadro
alla lunga è stato spinto alla “periferia” del mondo da quello successivo, ma è
rimasto comunque attivo, tanto che ancor oggi sono tutti compresenti sulla
scena mondiale.
Si dovrà invece lasciare agli anni successivi del curricolo verticale il compito di
analizzare come e perché nella storia dell’umanità si sia passati da un quadro
all’altro, passando dunque dalla “pinacoteca” alla ricostruzione del tempo
storico.
Un lavoro sui quadri di civiltà, che costituisce comunque solo una piccola parte
del curricolo di terza e di quarta elementare, può dunque fornire ai bambini
una prima rappresentazione “a maglie larghissime” della storia dell’umanità, e
lo può fare dando un modello interpretativo (il quadro stesso) che eviti
l’immagine del “popolo scaccia popolo”, così presente nei libri di testo.
Ma lo scopo principale di questa parte del curricolo di terza e di quarta consiste
nel costruire nei bambini un primo nucleo di conoscenze, strumenti
procedurali, concetti, problemi su cui potrà appoggiarsi lo studio della storia e
della geografia che verrà proposto negli anni successivi. Per questo la
presentazione dei quadri di civiltà non deve esaurirsi in un catalogo di popoli
visti ciascuno nei suoi aspetti essenziali (ambiente, cultura materiale,
organizzazione sociale, espressioni artistiche e religiose ecc.), ma deve far
lavorare i bambini in modo attivo intorno a esempi di civiltà in modo che da
una parte costruiscano alcuni concetti fondanti per lo studio geo-storico-
sociale, dall’altra si abituino a utilizzare uno schema per leggere la complessità
delle realtà culturali. L’apprendimento deve perciò essere significativo, nel
senso che deve partire da tutti gli elementi cognitivi ed emozionali che i
bambini già posseggono sull’argomento, deve far costruire mappe concettuali,
deve permettere l’assunzione nel linguaggio di alcuni concetti stabiliti come
indispensabili, deve essere ripercorso in modo metacognitivo. Solo in questo
modo pensiamo che uno studio delle civiltà del passato non risulti un
apprendimento mnemonico, di cui resteranno poche tracce nel futuro, ma uno
strumento indispensabile per comprendere in modo agevole e completo gli
argomenti della parte centrale del curricolo e i libri di testo rivolti a quegli anni.
Le unità d’apprendimento modulare centrate sui quadri di civiltà dovranno
pertanto:
a) cominciare a far ragionare i bambini sul fatto che le società possono essere
osservate da punti di vista diversi (economico, politico, dell’organizzazione
sociale, culturale) ma intrecciati tra loro.
a) scoprire che tutte le società rispondono a un certo numero di bisogni comuni
(che possono essere individuati a partire da una discussione con i bambini
stessi), ma che queste risposte possono essere anche molto diverse tra loro. I
bisogni comuni sono per esempio: l’alimentazione, l’abbigliamento,
l’abitazione, la produzione di oggetti, lo scambio, la difesa, l’organizzazione
della comunità e la gestione del potere, il divertimento e il gioco, la
trasmissione delle conoscenze, la comprensione della realtà e della natura
attraverso la religione, la magia o la scienza. Le somiglianze e le differenze
possono essere individuate tra esempi di società relative a uno stesso modello,
o tra un modello e l’altro.
c) comprendere come le società interagiscono con l’ambiente in cui si
sviluppano, realizzando varianti diverse dello stesso modello. Si potranno
quindi vedere come, date le caratteristiche essenziali di un tipo di civiltà (per
es.: sanno coltivare, tessere, lavorare la ceramica, costruire oggetti di
metallo), i gruppi umani rispondono in modi differenti ai loro bisogni, a
seconda che vivano per esempio nella pianura padana, in montagna, al mare,
nella steppa, nella valle del Nilo. Sarà necessaria quindi una descrizione e una
riflessione sui diversi ambienti.
d) mettere a fuoco nelle diverse società alcuni soggetti, particolarmente
presenti nell’immaginario degli allievi di quell’età: i bambini, gli anziani, i
lavoratori manuali, i sapienti/saggi (lavoratori intellettuali), i soldati (il
mestiere delle armi).
e) apprendere e imparare a utilizzare alcuni concetti di base (che lo studio
successivo della storia e della geografia dà normalmente per scontati) come:
- per l’economia : lavoro, produzione, bisogni, beni, risorse, scambio,
forza-lavoro, settori produttivi, fonti di energia, moneta, proprietà
privata /pubblica
- per l’organizzazione sociale: classi/ceti, famiglia, gruppo sociale,
norme, regole, divisione/disuguaglianza, diritti, doveri
- per la politica : potere, autorità, stato, governo, ministro, funzionario,
tassa, legge, giudice, regno, repubblica, monarchia,
dittatura,democrazia
- per la cultura : scrittura, scienza, tecnica, sapere, educazione,
tradizione, scoperta scientifica, arte, religione, magia, divertimenti
Il quadro dovrà essere gradualmente costruito attraverso un lavoro operativo,
utilizzando il più possibile le rappresentazioni iconiche, su cui i bambini
possono intervenire attivamente descrivendo, ponendo problemi, facendo
induzioni, confrontando ecc. Si passerà poi alla costruzione di mappe
concettuali, all’elaborazione di tabelle di comparazione, alla stesura di
definizioni linguistiche, ma anche, eventualmente, alla realizzazione di brevi
testi narrativi, dialoghi, scenette, giochi di ruolo per riportare il modello alla
dimensione del vissuto.
Per ragionare sul modello si può o partire dal modello di civiltà per confrontarlo
con qualche caso concreto di società, oppure utilizzare questi casi per arrivare
al modello. L’importante è, comunque, che gli esempi di società concrete siano
scelti in una dimensione mondiale e non in ordine cronologico (sono civiltà di
caccia, pesca e raccolta sia i primi Camuni che gli attuali Bororo del Camerun).
In ogni caso si starà attenti a non usare termini come “primitivo” o
“preistorico”, che veicolano giudizi di valore e un’idea di gerarchia tra i popoli,
oltre che essere inesatte dal punto di vista storiografico.
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