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ZESTAW 6

2. Metternich nei confronti a varie... (???????????????????????????)

Metternich fu uno dei principali negoziatori durante il Congresso di Vienna. In quel periodo egli ebbe un aspro diverbio con lo zar Alessandro I di Russia, in cui piani per la Polonia impaurivano fortemente il ministro austriaco. I tentativi di Matternich di creare un fronte compatto con Castlereagh e Hardenberg, il cancelliere prussiano, per oppors ai piani di Alessandro I fallirono a causa dell’opposizione della Prussia che non voleva attriti con la Russia. Metternich sorprese la Prussia firmando un’alleanza con Castlereagh e Tlleyrand, l’invitato francese, il 3 gennaio 1815, per dissuadere l’annessione della Sassonia sa parte della Prussia che era prevista come compensazione in cambio di terre polacche che sarebbero state date al Alessandro I. Se ciò salvò il regno si Sassonia non impedì ad Alessandro I di ottenere ciò che desiderava dalla Polonia. Metternich, inoltre, è stato l’ideatore della Santa Alleanza: un unione tra Austria, Prussia e Russia per reprimere le rivolte popolari. Se uno stato di questi aveva problemi, gli altri due erano autorizzati ad intervenire militarmente. Nel frattempo Matternich negoziò con la Prussia, la Baviera, il Wurttemberg e Hannover, la creazione della Confederazione Tedesca. Negli anni successivi al Congresso di Vienna l’impegno maggiore di Metternich fu quello di mantenere gli equilibri raggiunti, e di difendere i diritti delle monarchie e degli imperi in contrasto con i nascenti sentimenti democratici dell’epoca.

3. L’allocuzione di Pio IX

Il 29 aprile 1848 Pio IX, che due mesi prima aveva fatto delirare tutti i patrioti con la sua invocazione della benedizione divina sull’Italia, proclamò con un’allocuzione la sua estraneità, in quanto pastore di popoli, al conflitto con l’Austria. Così fece crollare il mito neoguelfo. E anche se Pio IX cercò di rimediare chiamando al governo Pellegrino Rossi (che venne assasinato ad opera di settari il 15 novembre) la sera del 24 novembre, travestito da prete scappò da Roma e si recò verso Gaeta (dove sarà raggiunto poco dopo dal granduca di Toscana Leopoldo II) dove Ferdinando II lo accolse.

4. Orsini- la impressione (scrivo la biografia)

Felice Orsini- seguace di Mazzini svolse attività rivoluzionarie nello Stato della Chiesa ed in Toscana. Nel 1848 partecipò alla Prima guerra di indipendenza poi, recatosi in Ungheria, cercò di far disertare alcuni soldati dell'esercito austro-ungarico. Accettò la richiesta di Mazzini di guidare, nel settembre 1853, un tentativo insurrezionale nella zona di Sarzana e Massa, nell'alta Toscana, che fallì sul nascere. Orsini decise di trasferirsi a Londra, lasciando la famiglia a Nizza. Durante un suo viaggio clandestino nell'Impero asburgico, venne arrestato in Ungheria il 17 dicembre 1854. Fu rinchiuso a Mantova (allora territorio dell'Impero), ma riuscì a fuggire con l'aiuto di una donna svizzera, che lo salvò mandandogli alcune lime nascoste dentro la copertina di un libro. Nel 1857 Orsini ruppe i legami col Mazzini e cominciò a complottare per assassinare Napoleone III di Francia, che riteneva responsabile del fallimento dei moti rivoluzionari italiani del 1848-49. Il 14 gennaio 1858, con alcuni complici (Giovanni Andrea Pieri, Carlo di Rudio e Antonio Gomez), gettò tre bombe (da lui progettate) contro la carrozza dell'imperatore, che stava arrestandosi davanti al Teatro dell'Opera. Napoleone rimase incolume. Dal carcere, senza chiedere la grazia, Orsini scrisse una lettera al sovrano francese, poi diventata famosa, che si conclude così: “Sino a che l'Italia non sarà indipendente, la tranquillità dell'Europa e quella Vostra non saranno che una chimera. Vostra Maestà non respinga il voto supremo d'un patriota sulla via del patibolo: liberi la mia patria e le benedizioni di 25 milioni di cittadini la seguiranno dovunque e per sempre”. Napoleone III fu favorevolmente colpito da questa lettera [2] e ne autorizzò la pubblicazione; i giornali presentarono Orsini come un eroe. Camillo Cavour, vista la popolarità che aveva raggiunto la missiva, sfruttò la situazione per aumentare la sua pressione politica sulla Francia. Felice Orsini venne ghigliottinato, a Parigi il 13 marzo 1858.

La Rivoluzione francese: l’inflenza sull’Italia.

La Rivoluzione francese si svolse negli anni 1789-1799. Fin dai primi mesi della Rivoluzione si assiste al crollo delle antiche strutture politiche e sociali. Questo evento ebbe molta influenza sulla penisola italiana. Gia’ il trattato di Tolentino (01.02.1797), nel quale il papa doveva pagare 10 milioni di lire e 5 milioni di diamanti preziosi piu’ la perdita delle tre Legazioni, permise a Bonaparte di sentirsi libero di disporre delle sorti dell’Italia. Il trattato di Campoformio (17.10.1797) mise in crisi Venezia, che venne considerata come oggetto delle trattative diplomatiche tra l’Austria e la Francia. I francesi dando Venezia, le sue isole dell’Adriatico, Istria e Dalmazia all’Austria volevano ottenere la frontiera sul Reno e conservare il predominio di Bonaparte sulla Lombardia. Genova venne annessa alla Francia. Nel 1798 avvenne la marcia su Roma. Bonaparte con gli ordini del Direttorio occupo’ Castel Sant’Angelo dichiarando decaduto il potere temporale e ristabilita l’Antica Repubblica romana. Pio VI venne trasferito a Siena. Austria e Napoli videro la formazione della Repubblica come la violazione del trattato del Campoformio. I napoletani occuparono Roma. Venne proclamata dai giacobini Repubblica Partenopea. All’inizio del 1799 i francesi occupavano ormai quasi tutta l’Italia. Napoleone volle invadere l’Inghilterra ma la sconfitta della flotta olandese alleata lo costrinse a rinunciare. L’esercito austro-russo entro’ a Milano in aprile, e a Torino a Maggio. Le masse degli italiani guidati dal cardinale Ruffo andarono alla riconquista del Regno. Alla fine del 1799 nelle mani dei francesi resto’ solo Genova.

 

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