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Fascicolo
U
NIVERSITÀ ER TRANIERI I ERUGIA
P S
D P
ENTRO PER LA ALUTAZIONE E LA ERTIFICAZIONE INGUISTICA
V
C
L
Livello C1
CELI4
CERTIFICATO DI CONOSCENZA DELLA
LINGUA ITALIANA
Sessione Estiva 2006
PARTE A
Prova di Comprensione della Lettura
PARTE B
Prova di Produzione di Testi Scritti
TEMPO: 2 ORE E 45 MINUTI
ATTENZIONE: MOLTO IMPORTANTE
Seguire esattamente le istruzioni.
Scrivere in modo chiaro e leggibile con la matita
nel Foglio delle Risposte.
C
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Prova di Comprensione della Lettura CELI 4 – giugno 2006
PARTE A PROVA DI COMPRENSIONE DELLA LETTURA
A.1 Leggere i due testi. Indicare nel Foglio delle Risposte , vicino ad ogni numero da 1 a 10, la
lettera A, B, C o D corrispondente alla risposta scelta.
A.1
1° Testo
Esempio di risposta :
0
A
B
C
D
1° testo
IL MONDO DELLA PALLA OVALE
Da quando, convinto da amici, ha assistito a Italia-Argentina lo scorso novembre a Genova,
l’oncologo Umberto Veronesi non ha più perso una partita della Nazionale di rugby.
A incantare il grande medico è stato «uno spettacolo immortale di forza puramente sportiva, uno
scontro di muscoli, ma anche gara di intelligenze, una competizione della forma fisica, ma anche un
duello fra strategie». Non solo. Veronesi ha trovato molte analogie con il mondo dei ricercatori:
«Anche noi siamo in gara costante per arrivare primi alla meta di una nuova scoperta; abbiamo
regole di gioco; ci esponiamo al giudizio di arbitri indipendenti, come le riviste scientifiche o i
congressi dove confrontiamo i risultati». Per promuovere la raccolta di fondi per l'Airc,
l'Associazione italiana ricerca cancro, Veronesi ha usato ancora il rugby come metafora: «Perché
pure noi abbiamo bisogno di sostegno per mantenere forza ed entusiasmo, tecnica e allenamento,
esperienza e tenacia. Per andare in meta».
Il mito del calcio vacilla, e non solo per il rugby. Stufi marci di polemiche arbitrali, nauseati da
processi giornalistici, ingaggi milionari, fughe all'estero, falli di gioco degni di processi penali, casi
di corruzione e giustizia ingiusta, gli italiani ridimensionano quello che una volta veniva
identificato come lo sport nazionale e il campionato definito il più bello del mondo. È una
questione anche di qualità della comunicazione, un problema che il calcio non sembra poter
superare.
Ancora rugby. Marco Bollesan, vecchio guerriero sui campi, capitano della Nazionale, poi
allenatore, team manager e oggi uomo di relazioni pubbliche per la Federazione italiana, viene
chiamato nelle università o dalle grandi aziende per insegnare lo spirito del rugby ai manager. «I
miei comandamenti sono: per fare meta è necessario lavorare tutti insieme, ognuno ha il suo
compito specifico, il capitano si assume le responsabilità e deve dare l'esempio; è indispensabile
lo spirito di squadra, per aiutare il compagno non si può stargli davanti, ma dietro, in sostegno;
bisogna rispettare sempre le regole del gioco, e chi non lo fa è punito, se necessario, anche dai
suoi compagni». Valori umani, relazionali, comportamentali. Marco Paolini, che al rugby ha
dedicato lo spettacolo teatrale "Aprile '74 e 5", conferma: «C'è del vero quando si parla dei valori
del rugby rispetto ad altri sport, soprattutto al calcio, dove corre molto più denaro. Nel rugby c ' è più
carne, altrove più carta». E gli abitanti di Ovalia citano a memoria la prosa di Paolini: «Il rugby sta al
calcio come la Prima guerra mondiale sta alla Seconda. Il rugby è antico, lento, è una guerra di
prime, seconde e terze linee e fanterie contrapposte, guerra di trincee. Fanterie che marciano a
conquistare la terra del nemico. Nel rugby conta solo il fattore terra: terra, non è come il calcio, il
blitz, il contropiede, la guerra-lampo, roba elegante, da individuali. Nel rugby conta solo il gioco
collettivo: terra da conquistare, linea dopo linea, fino all'ultima linea che, non a caso, si chiama
meta».
(da M. Pastonesi, “L’espresso”, 16 marzo 2006)
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Prova di Comprensione della Lettura CELI 4 – giugno 2006
1 Umberto Veronesi è rimasto affascinato dal rugby perché ritiene che
A
questo sport proponga un sano modello di comportamento sportivo
B
sia possibile paragonare ad esso la lotta dell’individuo contro la malattia
C
sia una disciplina sportiva caratterizzata da bellezza e completezza
D
il mondo della medicina dovrebbe mutuare metodi da questo sport
2 Il calcio
A
è stato soppiantato da altri sport nel cuore degli italiani
B
viene ora considerato meno puro rispetto ad altri sport
C
ha subito duri attacchi nella considerazione di cui gode
ha saturato con la sua onnipresenza l’immaginario degli sportivi
D
3 Marco Bollesan, nel suo ruolo saltuario di insegnante,
A
propone modelli di competizione adattabili al mondo degli affari
afferma che in un gruppo ogni componente ha le sue responsabilità
B
depreca l’ambizione del singolo e l’individualismo
C
suggerisce il “fair play” nei confronti degli avversari
D
4 L’espressione «gli abitanti di Ovalia»
A
va intesa in senso letterale
è una bonaria presa in giro
B
rappresenta una metafora
C
è una citazione da un’opera
D
5 Quale “elemento” del rugby viene messo in evidenza dal paragone con la Prima guerra
mondiale?
A
La fatica fisica
Lo spirito di sacrificio
B
La violenza degli scontri
C
La strategia delle azioni
D
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Prova di Comprensione della Lettura CELI 4 – giugno 2006
2° testo
LA SORPRESA DI TORINO, COLORATA E ALLEGRA
«La città sembra fatta con i denari di un solo capitalista» aveva annotato Melville nel 1857,
quando Edoardo Agnelli, bisnonno dell'Avvocato, coltivava ancora le tenute nel Pinerolese.
Torino oggi è piena di colori, almeno dodici quelli del villaggio olimpico scelti da esperti
austriaci, rosso fiamma l'arco-simbolo tra il villaggio e il Lingotto.
Il torinese un tempo si formava alla scuola allievi Fiat o in caserma: affidabile, ordinato,
predisposto, se non alla tristezza, alla gravità. Oggi si ritrova alle 15 e 27 in piazza Castello,
dove Piero Chiambretti comico e ristoratore ha passato la fiaccola ad Alessandro Del Piero, e
poi si sposta rapido in via Milano per non perdersi la staffetta tra Del Piero e Luciana
Littizzetto, comica e scrittrice.
Poi c'è il grido di Evelina. Lanciato a Seul nella notte dell'assegnazione delle Olimpiadi,
ripetuto ieri nella sera di inaugurazione, l'urlo della Christillin non solo sta a Torino 2006 come
l'urlo di Tardelli a Madrid 1982, ma pare quasi il segno della mutazione della città e dei
torinesi. Il Torinese allegro, sorridente con i turisti, rispettoso ma non timido con gli atleti, in
lacrime all'accensione della fiaccola, come al termine di un lutto finalmente superato. Restano
ovviamente segnali in controtendenza, tipo la lettura di inizio Giochi affidata all'accento
trascinato di Valentino Castellani detto Gianduia; però nell'energia della Christillin c'è
l'impronta della scossa che ha attraversato la città non più capitale dell'industria italiana ma
non più isolata, insicura, mugugnante.
La modernizzazione vera la si attende ancora, l'Alta velocità è appesa alla rivolta della Val di
Susa, l'autostrada per Milano un cantiere, la metropolitana un embrione. Però la ruota è girata.
E la Fiat non solo si è salvata, è cambiata, come la famiglia Agnelli, come la città.
Ha una storia molto sabauda la torinese allegra Evelina Christillin, bambinaie valdesi, maestra
severa ma giusta, in famiglia industriali farmaceutici e personaggi irregolari: il trisnonno
scopritore di una parte dei reperti del museo Egizio (appena rifatto), il nonno paterno Gustavo
proprietario di cave di granito a Gressoney, il padre ingegnere pilota, cinque Mille Miglia e
traversata dell'Africa da Tangeri a Città del Capo. Una storia inscritta in quella della famiglia e
della galassia Fiat: le scuole medie con Margherita Agnelli, le sciate con l'Avvocato, gli azzurri
di sci e Stenmark («curvava senza alzare la neve: l'Eleganza»), a 19 anni la pratica alle
relazioni esterne Fiat dirette da Luca di Montezemolo. Anche la Christillin certo ha le sue
tristezze (il saggio con cui ha vinto il premio Acqui Storia si intitola «Poveri malati. Storie di
vita quotidiana in un ospedale di antico regime») ma le occulta con il sorriso e magari con il
suo grido.
Fonda un’associazione no profit per l'Africa e la chiama Fata Turkana, come il lago kenyota a
sei giorni di jeep da Nairobi; fa volontariato al Cottolengo ma al mattino presto, per non
essere vista. Il primo fidanzato, per cui a 11 anni si gettò dal terzo piano («non per
disperazione ma per prova di coraggio»), fu Marco Boglione, industriale delle Robe di Kappa,
torinese allegro e anche un po’ matto.
(da A. Cazzullo, “Corriere della Sera”, 11 febbraio 2006)
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Prova di Comprensione della Lettura CELI 4 – giugno 2006
6
L’affermazione di Melville
A
esprime un giudizio critico
B
vuole porgere un encomio alla città
C
costituisce un omaggio ad un grande torinese
è un invito alla città ad essere grata al suo mecenate
D
7 L’urlo di Evelina Christillin, organizzatrice delle Olimpiadi,
A
esprime sollievo dopo la lunga preparazione dell’evento
B
vuole essere un incitamento alla partecipazione dei torinesi
C
rivela entusiasmo per il positivo svolgimento della serata
simboleggia il coinvolgimento emotivo della città ai Giochi
D
8 Le Olimpiadi hanno fornito a Torino
A
la conferma di una multiforme svolta positiva
il definitivo sganciamento dal monopolio Fiat
B
la possibilità di farsi conoscere a livello mondiale
C
l’occasione per definire questioni ancora irrisolte
D
9 Evelina Christillin
A
ha ricevuto il prestigioso incarico grazie alla fama della sua famiglia
è stata spinta a dare il meglio di sé dalla rigida educazione ricevuta
B
risente del carattere avventuroso e stravagante dei suoi antenati
C
ha sempre perseguito i suoi obiettivi con rigore e determinazione
D
10 Caratterialmente, Evelina può essere definita
A
impulsiva e generosa
simpatica e rassicurante
B
trasgressiva ma sensibile
C
riservata ma contraddittoria
D
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