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Marco Chmielewski
LA LINGUA MISTICA
DELLA MADRE MARCELLINA DAROWSKA
La seconda metà del XIX s. e la prima del XX s. è il periodo di
enorme fioritura della vita spirituale in Polonia. Ciò cade sugli
anni dell’abolizione, quando la Polonia, come paese statale non
esisteva sulla carta dell’Europa. Attualmente, fra gli 89 candidati
polacchi sull’altare, 36 persone, hanno vissuto in questo periodo.
In questo numero vi sono oltre una decina di donne i cui scritti
mostrano la ricca vita mistica. Una delle più famose persone è la
Madre Marcelina Darowska (1827-1911).
È nata ed educata in Ucraina. Dopo la morte del marito e del
figliuolo maggiore, Marcelina è andata a Parigi, dove si è in-
contrata colla emigazione polacca. Di là, alla primavera 1854 è
venuta a Roma, dove subito si è trovata sotto l’influsso dei Padri
della Risurrezzione e anche della Congregazione della Immaco-
lata Concezzione, che si stava proprio formando. Durante i ritiri
spirituali secondo il metodo di S. Ignazio, Darowska ha vissuto
conversione mistica. Qualche centinaio di lettere indirizzate ai
suoi direttori spirituali dimostrano che in una decina di anni ha
raggiunto l’unione transformante. In quel momento decideva
l’organizzazione della Congregazione della Immacolata Concez-
zione B. V. M., che ai nostri giorni s’occupa dell’educazione delle
ragazze. Nel 1863 la trapiantava a Jazlowiec in Ucraina. Darow-
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Opublikowano w: Semiotica del testo mistico. Atti del Congresso Internaziona-
le. L’Aquila — Forte Spagnolo — 24/30 Giugno 1991 , a cura di G. De Gennaro,
L’Aquila 1995, s. 400-402.
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ska ha scritto circa diecimila lettere, che permenttono giudicarela
creatrice della lingua mistica polacca del XIX secolo. Attualmente
si finisce il processo della beatificazione.
Madre Marcelina Darowska non ha avuto un’educazione teo-
logica. Infatti, descrivendo le esperienze mistiche, usa la termino-
logia dei grandi mistici, sopratutto S. Giovanni della Croce e S.
Teresa d’Avila, traducendo in polacco e talvolta mettendo il nu-
ovo contenuto. E anche introduce molte proprie nozioni.
Le più caratteristiche nozioni di Darowska utili a descrivere
le esperienze mistiche, sono: la morte di sè, l’azione propria, mi-
dollo dell’anima, nucleo dell’anima, marchio della grazia,
rappresentazione del Signore oppure dei Santi. Di rado precisa il
contenuto delle singole nozioni, le cui significazioni dobbiamo
cercare nel contesto. Nei sui scritti vi sono molte metafore.
La parola-chiave, che si riferisce da Darowska alle più alte
forme della vita spirituale è sentimento: grande, chiarissima in-
tuizione, grazie alla quale il mistico può constatare la presenza di
Dio e la sua azione nell’anima.
Molto interessanti sono anche le descrizioni della preghiera
contemplativa. Dice allora di „preghiera con afflusso di presenza
del Signore”, „preghiera di affondamento nel Santissimo Sacra-
mento”, „preghiera di totale dimenticanza di sè”. Più spesso
scrive sulla „preghiera di congiungimento”, chiamata qualche
volta „la preghiera di tranquillità”. Di solito è accompagniata
dallo „stato interiore”. La più alta forma di questo stato è „stato
di sollevamento”, che è chiamato dalla Darowska anche „stato
sopra dei sensi”. Le altre forme di queste sono: „stato totalmente
interiore” e „stato interiormente matto”. Le costituiscono il sfon-
do dell’esperienza mistica.
Darowska descrive l’esperienza mistica come „rappresenta-
zione del Signore”, infilando la figura „dell’allagamento di pre-
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senza del Signore”, Ciò significa che „il ruscello della grazia si
versa dentro il cuore”. Si parla anche „dell’allagamento dello
Spirito Santo” e „dell’allagamento di veduta Onnipotenza di
Dio”. Similmente, si parla del „Signore bagnato il cuore con
amore”, del „Signore bagnato il cuore con abbondanza di pro-
prietà di Dio” oppure con „virtù della Sua Natura”. In luogo
„dell’allagamento con amore” alle volte è stato „imbacuccamento
nell’amore” oppure „abbraciamento con amore”. „Allagamen-
to...” oppure „affogamento...”, per esempio nei segreti della San-
tissima Trinità oppure „affogamento nel Signore”, „immergersi
nel Signore” e „negli abissi suoi” significano il carattere passivo
di quest’unione.
Madre Darowska descrive l’unione transformante per mezzo
dei termini: „immedesimamento col Signore”, cioè „cambiamen-
to delle volontà”, „versamento reciproco dei due essere”. Si trova
anche questa espressione: „versamento dello Spirito Santo
nell’anima”. Appartiene al genere di „sentimento di influsso del-
lo Spirito Santo nell’anima”.
Parlando di „comunicazione” Darowska usa concetti più pre-
cisi. Allora si tratta di „trasfigurazione” dell’anima in Dio. Si
compie nel „vertice dell’anima” che è secondo lei „l’anima
dell’anima, la vita della vita”. In comunione con Dio, la Mistica fa
la distinzione fra „stato più profondo di comunione” e „collega-
mento nell’amore e nella croce”. Molto significativa è
l’espressione, che il collegamento con Dio si compie „non in Lui,
ma con Lui e accanto a Lui”.
La già citata „trasfigurazione dell’uomo” si compie grazie al
fatto che nell’anima del mistico „il cuore di Dio si riscalda a rosso
per la presenza”. In quel momento l’anima „riposa nel Signore”.
È accompagnata „dall’amore di volontà di Dio, folle ma traquil-
la”, un’altra dalle transitorie „pazzie dell’amore” che vi erano
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quando l’anima era stata „rapita dalla preghiera”. Insomma, la
lingua di Madre Darowska è lingua romantica.
Ciò è anche confermato dall’uso enorme punteggiatura tipico
del romanticismo. È il linguaggio molto colorato, sebbene lapi-
dario, saturo di arcaismi e di provincialismi della Ucraina. La
nostra Mistica si serve del vocabolario tipico della creazione let-
teraria romantica. Perchè, come osseva p. Giacinto Woroniecki
OP, „il sentimentalismo, come base filosofica, molto chiaramente
si disegna nel linguaggio di Darowska e gli dona molto di calore
e incanto”. Sotto l’esterno vestito del vocabolario dalla sfumatura
romantica, si scopre la dottrina, per Darowska lontana dal culto
dei sentimenti contemporanei aggiudicatole da p. G. Woroniecki,
sacrificante molto l’attenzione alla valutazione adeguata del lin-
guaggio mistico di Darowska, quando sottolinea emergere, sotto
il vestito grafico, l’inteligenza dell’Autrice con la realistica incli-
nazione.
Darowska ha avuto difficoltà di esprimere l’esperienza misti-
ca con la moderna lingua polacca. Gli sforzi di pioniere in questo
brano li hanno apprezzati i direttori spirituali, specialmente p.
Girolamo Kajsiewicz il direttore spirituale ed interprete a poste-
riori.
È da aggiungere che l’influsso eccezionale di Darowska sulla
creazione del linguaggio mistico polacco, come hanno fatto gli
autori citati sopra, sembra esagerato. Gli altri mistici viventi in
questo periodo hanno avuto una loro parte nella creazione della
lingua mistica polacca. Sembra che il più grande influsso in qu-
esta materia l’avessero avuto Le foglie dalla vita della preghiera di
Cecilia Dzialynska (1836-1899). Intanto piccoli frammenti nelle
diverse elaborazioni, fino a oggi non sono state stampate.
L’originalità e il merito di Darowska consiste nel fatto che lei
è la prima autrice mistica polacca nel XIX s., chi si serve la sua
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lingua madre per la descrizione delle sue esperienze e lo fa in
modo irripetibile. Non avendo l’educazione teologica, è libera da
certi schemi di pensiero teologico. Ciò le permette con disinvol-
tura di scegliere le parole adeguate allo suo stato dell’anima.
Gli studi sul linguaggio mistico di Marcelina Darowska, così
a livello semantico, come a livello morfologico, gettano molta lu-
ce sullo specifico della spiritualità polacca e della mistica polac-
ca, perchè sempre la lingua rispecchia lo spirito della nazione e
la sua filosofia. Anche perchè, mancano il carattere interogget-
tivo degli stati mistici, gli studi sul linguaggio mistico permetto-
no di stabilire i principi della vita spirituale.
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