La Repubblica - 15.10.2009.pdf

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repubblica
Il caso
Gli spettacoli
Lo sport
Mussolini spia
di Sua Maestà
per cento sterline
Sophia e Margareth
madre e figlia in tv
nel segno della Loren
Azzurri, 3-2 con Cipro
Lippi furioso
“Vergognosi i fischi”
ENRICO
FRANCESCHINI
NATALIA ASPESI
E SILVIA FUMAROLA
ENRICO CURRÒ
E EMANUELE GAMBA
Fondatore Eugenio Scalfari
Direttore Ezio Mauro
gio 15 ott 2009
1 2
www.repubblica.it
Anno 34
- Numero 244
1,00 in Italia
CON “TEX” 7,90
giovedì 15 ottobre 2009
SEDE: 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. PREZZI DI VENDITA ALL'ESTERO: AUSTRIA, BELGIO, FINLANDIA, FRANCIA, GERMANIA, GRECIA, IRLANDA, LUSSEMBURGO, MALTA, MONACO P.,
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Giustizia, Fini frena Berlusconi
“No ai pm controllati dal governo”. Omofobia, l’Onu accusa l’Italia
R2
Sulle strade
del mondo
un miliardo
di affamati
LA DEMOCRAZIA
DELEGITTIMATA
ROMA — «Il pm non deve essere sottoposto al governo». Così Gianfran-
co Fini ha messo ieri i suoi paletti sulla riforma della Giustizia. Aggiun-
gendo: «L’immagine del Paese non dipende solo dalla stampa ma dal-
l’impegno di tutti». Il governo, intanto, prepara il piano per eliminare la
par condicio. E sull’omofobia l’Onu accusa l’Italia: «Fa un passo indietro».
DA PAGINA 2 A PAGINA 9
Polemiche a Napoli
FRANCESCA CAFERRI
ANAIS GINORI
Manganelli al capo della Mobile
“Rafforzerò la scorta a Saviano”
GUSTAVO ZAGREBELSKY
S I ANNUNCIA, anzi è in cor-
UNA SOFFERENZA IN PIÙ
so, una crisi istituzionale di
vasta portata. A che cosa
sia e a che cosa essa chiami colo-
ro che occupano posti di re-
sponsabilità nel nostro Paese,
sono dedicate le considerazioni
seguenti, esposte in quattro
punti concatenati tra loro, dal-
l’astratto al concreto.
1. Che cosa sono e a che cosa
servono le istituzioni . Il genere
umano ha scoperto le istituzioni
per mettere a freno l’aggressi-
vità e l’istinto di sopraffazione
che allignano – in uno più, in al-
tro meno – in ognuno di noi, per
diffondere fiducia e cooperazio-
ne, garantire un po’ di stabilità e
sicurezza nelle relazioni umane
e proteggere quel tanto di libertà
che è compatibile con la vita as-
sociata. In una parola: per allon-
tanare sempre di nuovo, ancora
di un giorno, le “prove di forza”
che accompagnano, come fan-
tasmi che possono materializ-
zarsi, i contatti tra gli esseri uma-
ni. Le istituzioni servono innan-
zitutto a questo: a neutralizzare
i nostri istinti distruttivi e a civi-
lizzarci. Poiché nel fondo siamo
animali selvatici, possiamo an-
che dire: servono ad addomesti-
carci, incanalando e indirizzan-
do le nostre energie in strutture,
procedure, garanzie e controlli,
così trasformandole, da distrut-
tive, in costruttive di opere dura-
ture.
MICHELA MARZANO
L’ AFFOSSAMENTO della legge sull’omofobia la dice lunga sul-
la concezione dei diritti civili e delle libertà pubbliche della
maggioranza. Proprio mentre le aggressioni contro i gay si
moltiplicano, il rifiuto di inserire tra le aggravanti “fatti commessi per
finalità inerenti all’orientamento o alla discriminazione sessuale della
persona offesa” non può che rafforzare l’odio.
N EL mondo ci sono oggi più
di un miliardo di persone
affamate. L’allarme arriva
dalla Fao, che nel suo ultimo rap-
porto ha registrato un aumento
del 9 per cento. La crisi economica
ha dunque portato sotto la soglia
della denutrizione un sesto della
popolazione mondiale. Non sen-
za colpa dei governi, più preoccu-
pati evidentemente dei mercati fi-
nanziari: «I leader mondiali han-
no reagito con determinazione al-
la crisi mobilitando miliardi di
dollari in un lasso di tempo molto
breve. La stessa azione decisa è
adesso necessaria per combattere
fame e povertà», dice il direttore
generale della Fao Jacques Diouf.
Novità anche sul fronte della
geografia della fame. La denutri-
zione colpisce ora soprattutto l’A-
sia e le aree del Pacifico, dove gli af-
famati sono 642 milioni. Ma non è
un fenomeno sconosciuto nem-
meno nei paesi sviluppati, dove 15
milioni di persone non hanno il ci-
bo necessario al loro sostenta-
mento.
Ma non sono solo le politiche
dell’Occidente a finire nel mirino.
Sostiene l’intellettuale indiana
Vandana Shiva: «Sono stati i me-
todi di sviluppo sbagliati ad affa-
mare centinaia di milioni di per-
sone. E di questo è responsabile
anche la Fao».
ALLE PAGINE 43, 44 E 45
SEGUE A PAGINA 41
La Ue a Tremonti
“Debito insostenibile”
A dicembre apre il cantiere
per il ponte sullo Stretto
Troppi detenuti
24 nuove carceri
e pena a casa
per le condanne
fino a un anno
I SERVIZI
ALLE PAGINE 17, 18 E 19
BRUXELLES — «I conti pubblici di
cinque paesi europei sono insoste-
nibili, e tra essi c’è l’Italia». L’allar-
me, che riguarda soprattutto il de-
bito, è arrivato ieri dalla Commis-
sione europea. La replica del mini-
stro dell’Economia Giulio Tre-
monti: «Non siamo ad alto rischio,
nel documento Ue c’è troppa enfa-
si». Il ministro della Funzione pub-
blica Renato Brunetta intanto an-
nuncia: il Consiglio dei ministri di
oggi varerà un disegno di legge che
introdurrà la class action contro lo
Stato e gli enti pubblici.
BONANNI E POLIDORI
ALLE PAGINE 34 E 37
Roberto Saviano con la scorta
SERVIZI ALLE PAGINE 12 E 13
QUEL POLIZIOTTO
NON PUÒ RESTARE
Il capo della Polizia, Anto-
nio Manganelli, dice che ci
sono molte buone ragioni per pro-
teggere Roberto Saviano e non le di-
mentica: «Nessun timore. Confer-
mo le misure di protezione per Sa-
viano; anzi valuterò se rafforzarle».
SEGUE A PAGINA 13
SEGUE A PAGINA 41
GIUSEPPE D’AVANZO
L’inchiesta
In aumento i furti delle due ruote che vengono poi rivendute soprattutto in Ucraina e Moldavia
I ladri di biciclette venuti dall’Est
REPUBBLICA
dal nostro inviato
JENNER MELETTI
Libro shock in America
“Ora temo vendette”
La storia
della donna
che abortì
15 volte
ANGELO AQUARO
A PAGINA 25
In edicola “Velvet”
il nuovo numero
ciuffa la spìciola». Il gio-
vanotto che sta ruban-
do la bicicletta (a Modena, ha
scritto Francesco Guccini, «la
cicclo è detta in tante guise, bi-
ci ad esempio, biciclèina in
volgare, bùrtel, spìciola o per-
sino bicicletta, volendo…») ha
in testa un cappellino.
SEGUE A PAGINA 33
Moda, arte,
tendenze,
storie: è in
edicola
il numero di
novembre
di “Velvet”
Il presidente della Camera: “L’immagine del Paese non dipende solo dalla stampa”. Piano di Palazzo Chigi per eliminare la par condicio
Oggi al Consiglio dei ministri decreto sulla class action
D UNQUE, non è vero niente.
MODENA
E CCOLO qui, «quello che
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la Repubblica
POLITICA E RIFORME
GIOVEDÌ 15 OTTOBRE 2009
2
Giustizia, Fini frena Berlusconi
La stampa sputtana il Paese
Le accuse assurde e ridicole apparse
sulla stampa italiana e straniera
sputtanano non solo il presidente del
Consiglio, ma la democrazia, il
nostro Paese e i nostri prodotti
SILVIO BERLUSCONI
Comizio dell’11 ottobre alla festa
del Pdl a Benevento
Anche le istituzioni responsabili
L’immagine di un Paese all’estero
dipende da tutti, istituzioni comprese
Tutti devono impegnarsi perché il
buon nome e l’immagine dell’Italia
all’estero rispondano alla realtà
GIANFRANCO FINI
Dichiarazione del 14 ottobre alla
Fiera del libro di Francoforte
“Pm mai sottoposti ad altri poteri”
Il presidente del Consiglio: non farò la fine di Craxi
GIANLUCA LUZI
ROMA — Quando Berlusconi co-
mincia la giornata con la solita
previsione ottimista («Il nostro
governo ha ancora davanti a sè
un lungo tratto per essere opera-
tivo») non ha ancora sentito l’al-
tolà di Fini sulla giustizia: «L’indi-
pendenza dei pm deve essere as-
soluta». Il premier ha fretta, non
solo sulle grandi opere (ieri ha
promesso aeroporti efficienti e
l’inizio a dicembre del Ponte sul-
lo Stretto) ma anche sulla giusti-
zia, la sua croce, il suo chiodo fis-
so di premier «da sempre sotto
attacco della magistratura» co-
me lo definisce il portavoce Bo-
naiuti. E’ noto cosa vorrebbe il
Cavaliere che ripete sempre più
spesso «non mi faranno fare la fi-
ne di Craxi»: separazione delle
carriere tra giudici e pm, inter-
cettazioni solo per reati di mafia
e — non gli dispiacerebbe anche
prossima settimana e non sarà
facile: intanto — oltre all’avverti-
mento sulla Giustizia e alla difesa
dei meccanismi previsti dalla
Costituzione per fare le riforme
condivise — Fini ha tirato un’al-
tra stoccata a Berlusconi su uno
degli argomenti più usati dal pre-
mier nei suoi attacchi contro la
Repubblica : l’accusa di anti-ita-
lianità per gli articoli critici pub-
blicati dai media di tutto il mon-
do. «L’immagine del nostro Pae-
se — dice Fini — dipende da tan-
ti fattori tra i quali c’è anche, ma
non è esclusivo, ciò che scrivono
liberamente i giornali interna-
zionali». E ancora, «non credo
che i giudizi, non sta a me dire se
fondati o meno, sulla vita politica
italiana possano determinare
l’orientamento nei confronti del
nostro Paese». Le parole di Fini
sull’indipendenza dei pm sono
piaciute all’Associazione nazio-
nale dei magistrati. Il segretario
dell’Anm Cascini prende atto
«con favore delle rassicurazioni
in ordine alla volontà di mante-
nere il pieno statuto di indipen-
denza del pm». Giudica invece
«del tutto sbagliata» la costitu-
zione di un «ordine autonomo»
dei pm «con un proprio organo di
autogoverno» perchè «un corpo
separato di pm, pienamente au-
tonomo e indipendente — se-
condo Cascini — offrirebbe ai
cittadini un minor livello di ga-
ranzie dei loro diritti; il che ren-
derebbe concreto il rischio di
successivi interventi diretti a
controllare i pubblici ministeri».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I giornali stranieri
RIFORMA CHE SUONA COME VENDETTA
“Berlusconi lancia una riforma giudiziaria per
frenare i processi contro di lui”, scrive El Paìs .
“Una vendetta contro la magistratura?”
SENZA PIÙ MAGIA DOPO IL KO SUL LODO
Berlusconi esce “senza più magia” dalla bocciatura
del lodo Alfano: lo scrive il giornale tedesco
Frankfurter allgemeine zeitung
INIZIO DELLA FINE E COSTITUZIONE SOTTO TIRO
“Berlusconi, è l’inizio della fine?” titola il
settimanale francese Nouvel Observateur . “Il
premier italiano tiene sotto tiro la Costituzione”
Il presidente della
Camera è invece
favorevole alla
separazione
delle carriere
Il caso
Summit a via del Plebiscito con il ministro Alfano, Ghedini e Gianni Letta. Obiettivo: bloccare le inchieste di Milano
La contromossa di Silvio sui processi
“Per decreto il legittimo impedimento”
se non ha mai avanzato la propo-
sta — le procure sotto il controllo
dell’esecutivo. Ma da Francofor-
te, dove Fini inaugura lo Spazio
Italia alla Fiera del Libro, arriva a
Berlusconi un secco no preventi-
vo dal presidente della Camera:
«Un conto è la separazione delle
carriere dei magistrati, un altro è
che il pm sia sottoposto ad altri
poteri se non a quello dell’ordine
giudiziario». E sul resto della
riforma della giustizia «si valu-
terà strada facendo». Con l’esclu-
sione del controllo governativo
sui pm: «Su un tema di cui si è di-
scusso come l’ipotesi di carriere
separate per i magistrati non ho
cambiato opinione sul fatto che
la Costituzione va rispettata sul
principio di assoluta indipen-
denza di tutti i magistrati».
Di fronte a un altolà così netto,
i coordinatori del Pdl hanno
escluso categoricamente l’ipote-
si di controllo dell’esecutivo:
«Notizia inventata per creare po-
lemiche» l’hanno definita. E la
Consulta del Pdl si è riunita ieri
sera sulla riforma della giustizia
«dalla quale — sottolineano Ver-
dini, Bondi e La Russa — è fuori
discussione ogni ipotesi di sotto-
posizione del pm all’esecutivo,
tra l’altro mai prevista dal pro-
gramma di governo del Pdl». An-
zi, la Consulta ha «ribadito la ne-
cessità di mantenere la più rigo-
rosa indipendenza della magi-
stratura quale valore unanime-
mente condiviso». Con queste
premesse l’incontro «risolutivo»
tra Fini e Berlusconi è slittato alla
LIANA MILELLA
ROMA — Summit sulla giustizia
a casa di Berlusconi. Ieri a pran-
zo. Il premier, Letta, Alfano, Ghe-
dini. Piatto forte le prossime
mosse del governo per bloccare i
processi, e magari anche le in-
chieste, sul Cavaliere. Una volta
per tutte, almeno per questa legi-
slatura. È il dopo-lodo Alfano. Per
spezzare l’incubo del premier,
una condanna per corruzione
Le ipotesi
dimissioni perché un premier
non ha il tempo di presenziare ai
processi. E dunque giudice e im-
putato, dice la Corte, possono
concordare il calendario. Ma la
norma allo studio è ben più rigi-
da. Non lascia alcuna discrezio-
nalità alle toghe ma impone loro,
di fatto, di accettare come moti-
vo obbligatorio di rinvio gli impe-
gni istituzionali delle alte cariche
e dei parlamentari. Una regola,
dunque, che piace a tutti i depu-
tati e i senatori.
L’intervento sulla prescrizio-
ne di fatto cancella i processi.
Doppio binario sui tempi, pre-
scrizione breve per i reati meno
gravi, lunga per quelli gravi. Si ri-
propone quella lista che ha già
prodotto liti infinite per le inter-
cettazioni. Sarà un colpo di spu-
gna perché se il governo taglia la
prescrizione e lo fa per decreto
questo modificherà lo status di
tutti i processi italiani. Per legge
la norma più favorevole cancella
quella sfavorevole. Con la pre-
scrizione breve, ancora più breve
di quella già ridotta dalla legge Ci-
rielli, Berlusconi potrà cancellare
i suoi incubi, soprattutto il pro-
cesso milanese sui diritti tv. I suoi
legali potranno alzarsi è notifica-
re al giudice che «il reato ormai è
prescritto». Questo vuole il pre-
mier, questo sarà fatto.
DEPUTATI
Chi ha
incarichi
parlamen-
tari potrà
invocare il
legittimo
impedi-
mento
TEMPI
La prescri-
zione dei
reati non
gravi sarà
abbreviata
rispetto
al regime
attuale
PROCESSI
Terza idea:
una norma
blocca-
processi
analoga a
quella
bocciata
nel 2008
In cantiere la
prescrizione breve
per i reati “non
gravi”. C’è anche
la corruzione
timo impedimento per un parla-
mentare. È il consiglio della Con-
sulta, fatto uscire subito come in-
discrezione, che cita il caso Previ-
ti e ipotizza udienze concordate
tra giudice e imputato. La secon-
da: prescrizione breve o brevissi-
ma per tutti i reati non gravi, e tra
questi anche la corruzione. In ag-
giunta, sempre in tema di pre-
scrizione, regole bloccate per fis-
sare la data in cui un reato è stato
commesso e dalla quale, quindi,
decorre la prescrizione medesi-
ma. La terza soluzione, in realtà
un déjà vu, è il ritorno alla famo-
sa blocca-processi, la norma in-
serita l’anno scorso nel decreto
sicurezza, fermata in tempo dal
Quirinale, che avrebbe bloccato
100mila dibattimenti pur di fer-
mare i due di Berlusconi.
Il Cavaliere stavolta ci mette la
faccia. Fa fretta a Ghedini, Alfano
e al sottosegretario Giacomo Ca-
liendo. Insiste con le lamentele
sui processi («Sono certo che vo-
gliono condannarmi»), ma vuole
andare avanti con il pieno soste-
gno di Bossi e di Fini. «Nessuna
sorpresa in aula, la maggioranza
dev’essere con me, anche perché
sia chiaro a tutti, soprattutto a Fi-
ni, che qui se cado io cascano co-
me birilli via via tutti gli altri». Sa
che gli interventi che si prospet-
tano rischiano un primo stop da
Napolitano, ma è deciso ad anda-
re avanti, in caso di rinvio alle Ca-
mere l’ordine è «riapprovare tut-
to com’è.
Il vassoio che gli servono Ghe-
dini e Alfano è ricco. A comincia-
re dal legittimo impedimento.
Certo, la Consulta l’ha ipotizzato
come risposta a chi, i suoi legali e
l’avvocato dello Stato Glauco
Nori, ipotizzavano addirittura le
che lo sbalzi di sella. E dunque? Le
soluzioni analizzate e discusse
sono tre, tutte e tre destinate a le-
gare le mani dei magistrati. Da
approvare, se si riesce, anche per
decreto legge, non appena la
Consulta avrà reso pubblica la
sua sentenza sul lodo, un paio di
settimane stimano gli uomini del
premier.
La prima soluzione (per la qua-
le serve l’ancoraggio alla senten-
za della Corte): applicazione ob-
bligatoria e senza alcuna discre-
zionalità in un processo del legit-
L’AVVOCATO
Niccolò Ghedini,
avvocato di Silvio
Berlusconi e deputato.
Prepara le
contromosse
del premier
© RIPRODUZIONE RISERVATA
POLITICA INTERNA
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GIOVEDÌ 15 OTTOBRE 2009
3
L’allarme
Il ministro Vito: c’è un’informativa dei servizi su possibili mitomani
“Rischio di gesti violenti
il Cavaliere eviti bagni di folla”
SILVIO BUZZANCA
ROMA — Non ci sono «allo stato specifici
riscontri informativi» circa minacce verso
Silvio Berlusconi. Ma il presidente del Con-
siglio, «in ragione della sua esposizione
mediatica», potrebbe «essere oggetto di
contestazioni in occasione di eventi pub-
blici, non escludendosi al riguardo, come
peraltro già avvenuto in passato, anche ge-
sti violenti di mitomani isolati difficilmen-
te individuabili in sede di azione preventi-
va».
Il ministro per i Rapporti con il Parla-
mento ha risposto così a una interrogazio-
ne sulla sicurezza del premier presentata
ieri al questione time della Camera dal de-
mocratico Emanuele Fiano. Il deputato,
membro del Comitato parlamentare per la
sicurezza della Repubblica, aveva preso le
mosse dalle parole dello stesso Berlusconi
che nei giorni scorsi aveva parlato di mi-
nacce alla sua persona.
Il ministro ha rivelato che ultimamente
il governo ha ricevuto una comunicazione
della segreteria generale del Dipartimento
delle informazioni per la sicurezza in cui si
invitava il presidente del Consiglio «ad evi-
tare contatti ravvicinati con il pubblico, so-
prattutto in circostanze occasionali e non
pianificate che, per la loro natura, non con-
sentono una puntuale e preventiva predi-
sposizione di adeguati servizi di tutela». Il
deputato alla fine ha escluso che nella sua
interrogazione ci fosse un benché minimo
intento di polemica politica, ma «la neces-
sità doverosa di informare gli italiani se sia-
no vere le notizie circa un pericolo reale e
imminente» per Berlusconi. Fiano si è
compiaciuto del fatto che il ministro abbia
parlato «di una generica presa d’atto che un
personaggio pubblico — di importanza ta-
QUESTION-TIME
Il ministro per i
Rapporti con il
Parlamento Elio
Vito ha risposto
al question-time
le quale è quella dell’onorevole Berlusconi
— debba adottare alcune sicurezze nel suo
esporsi di fronte al pubblico». Fiano è sod-
disfatto perché «non vi è in questo mo-
mento nessuna traccia nel nostro appara-
to di sicurezza e di informazione di notizie
reali o di riscontri informativi, come ella ha
giustamente detto, circa una imminenza di
un pericolo reale per la sua persona».
E il premier incontra D’Alema
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Il retroscena
“Dialoghiamo sul futuro del Paese”
FRANCESCO BEI
ROMA — In questo «tempo di fer-
ro», come dice Giulio Tremonti,
di scontri mortali, qualunque ge-
sto che vada nella direzione op-
posta diventa significativo. Spe-
cie se a compierlo sono i rispettivi
“campioni” del proprio schiera-
mento: Silvio Berlusconi e Massi-
mo D’Alema, che da 15 anni con-
tinuano a combattersi e a studiar-
si a fasi alterne. Ieri a villa Mada-
ma, dopo mesi di attacchi reci-
proci, i due si sono scambiati un
gesto di pace e forse qualcosa di
più.
La cornice è offerta dalla pre-
sentazione dell’alleanza fra Mal-
pensa e Fiumicino, due aeroporti
da sempre rivali che ora si accor-
dano «per il bene dell’Italia». Tan-
to più che il presidente di Adr, Fa-
brizio Palenzona, dal palco ha
confessato il suo «sogno nel cas-
setto», ovvero che «il governo, con
l’aiuto della minoranza, almeno
di quella responsabile, possa
sbloccare questo benedetto pae-
se». La metafora prende vita all’o-
ra del buffet, quando il rompete le
righe porta sia D’Alema che Ber-
lusconi a passeggiare nei giardini
disegnati da Raffaello, lontano da
occhi indiscreti. Gianni Letta ca-
pisce che l’occasione è ghiotta e
non se la lascia sfuggire. Si avvici-
na a D’Alema, confabulano pochi
secondi, quindi prende l’espo-
nente del Pd sottobraccio e lo por-
ta dal Cavaliere.
Così, davanti agli occhi incre-
duli dello stesso Palenzona, di Vi-
to Riggio, Ugo Sposetti e Alessio
Gorla, va in scena un cordialissi-
mo scambio di battute fra i due
nemici. «Sono qui — quasi si giu-
stifica D’Alema — perché sulle
cose importanti che riguardano il
futuro del Paese, io ci sono». Il
premier si mette subito sulla stes-
sa lunghezza d’onda: «Ci vorreb-
bero più occasioni di trovarsi in-
sieme nell’interesse del paese. Io
lo dico sempre». Tocca quindi a
D’Alema, con tono di scherzo:
«Presidente, io però mi sento of-
feso. Perché il qui presente Palen-
zona ha detto, guardando me, che
c’è una parte della minoranza
“responsabile”, lasciando inten-
dere che il resto non lo sia. Invece
non è così... siamo tutti responsa-
bili». Berlusconi: «Il più felice sa-
rei io, spero che di occasioni come
questa ce ne siano altre». D’Ale-
ma non si tira indietro: «Io sono
sempre pronto». Non è uno
scambio di battute scontato tra
due che se ne sono dette anche re-
centemente di tutti i colori.
E visto che, dal palco, Palenzo-
na aveva omaggiato Gianni Letta
paragonandolo all’acqua, «che ti
accorgi di quanto vale solo quan-
do viene a mancare», D’Alema ne
approfitta per un riconoscimento
al braccio destro del Cavaliere:
«Se non sbaglio è Baudelaire a di-
re lo stesso dell’amore, però nel
caso di Letta, anche se bravo, mi
sembra un tantino esagerato».
Berlusconi sta al gioco: «Ma lo sa,
presidente D’Alema, la ragione
per la quale io non ho mai impa-
rato a usare Internet? Perché non
ne ho bisogno, visto che qualun-
que cosa mi venga in mente la
chiedo a Letta. Che, oltretutto, è
anche più veloce». D’Alema guar-
da l’orologio e si congeda, tiran-
dosi via anche il tesoriere dei Ds
Ugo Sposetti: «Bene, se volete
scusarmi... vado a prendermi un
bicchiere di questa famosa acqua
di Letta». L’incontro termina con
una stretta di mano tra i due lea-
der sotto gli occhi del sottosegre-
tario, compiaciuto per l’opera-
zione.
Berlusconi infatti, nel momen-
to di massima difficoltà e isola-
mento politico, ha trovato una
prima sponda nello schieramen-
to avverso. Anticipando anche il
rivale Gianfranco Fini, che doma-
ni ha organizzato proprio con
D’Alema, ad Asolo, un convegno
delle fondazioni Farefuturo e Ita-
lianieuropei dedicato all’immi-
grazione. Proprio contro il presi-
dente della Camera è montata ie-
ri la rabbia del Cavaliere per «l’en-
nesimo distinguo» sul tema della
giustizia. Berlusconi ha infatti
In breve
UN KILLER PER IL PREMIER
Aveva invocato su
Facebook “una pallottola in
testa per Berlusconi”. Il
giovane esponente del Pd
modenese Matteo
Mezzadri, autore del post,
ha chiesto scusa e si è
dimesso dopo che il Pdl ha
denunciato il caso
L’esponente del Pd:
“Sempre pronto al
confronto, ma tutta
l’opposizione è
responsabile”
SILVIO SANTO SUBITO
“Berlusconi beato” è il
nome di un falso sito ideato
da un docente della
Sapienza di Roma, per una
scommessa con gli
studenti: “Vuoi vedere
che la gente ci casca?”.
In due giorni ci sono
cascati in trentamila
preso come un affronto la difesa
fatta da Fini dei pm indipendenti
dall’esecutivo. «Quando mai - si è
sfogato - io ho detto una cosa si-
mile? Ho solo ricordato che in al-
tri paesi sono sottoposti al gover-
no, mentre noi vogliamo sempli-
cemente separare le loro carriere
da quelle dei giudici». Insomma,
nell’incontro che avrà martedì
con Fini, Berlusconi intende met-
tere in chiaro che, sulla giustizia,
non ammetterà più distinguo.
Anche perché, ricordano nell’en-
tourage del premier, «le riforme
che stiamo proponendo sono
contenute nel programma del
Pdl, che anche Fini ha sottoscrit-
to». E se non dovesse essere d’ac-
cordo, «vorrà dire che voteremo
negli organi di partito e poi ognu-
no dovrà adeguarsi».
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GIOVEDÌ 15 OTTOBRE 2009
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Par condicio, il Pdl prepara il colpo di spugna
Progetto del consigliere di Scajola: più spazio in tv ai partiti forti e spot a pagamento
ROMA — Messaggi politici a pagamen-
to sulle tv nazionali, anche in piena cam-
pagna elettorale: chi ha più soldi, più
spende e più appare. Ripartizione degli
spazi televisivi in base al criterio pro-
porzionale, a beneficio di chi ha più seg-
gi in Parlamento. Con un «diritto di tri-
buna» per tutti del 10 per cento.
È il colpo di spugna sulla par condicio
televisiva, che prende forma con un di-
segno di legge di un solo, lungo articolo.
Un’accelerazione voluta dal premier
Berlusconi in vista delle regionali di
marzo e presto alla prova delle Camere.
Il testo porta la firma di un deputato si-
ciliano del Pdl, Ignazio Abrignani, alla
prima legislatura e poco noto ai più. Ma
è responsabile elettorale del Pdl (prima
di Forza Italia) e consigliere politico del
ministro Claudio Scajola (competente
su Rai e comunicazione). Abrignani non
fa mistero di aver concordato l’iniziati-
I punti
15/20». Infine, ed è la seconda novità del
provvedimento, viene reintrodotta «la
possibilità per le emittenti radiofoniche
e televisive di trasmettere messaggi au-
togestiti anche a pagamento».
Su tutto questo c’è l’ombrello di Pa-
lazzo Chigi. Anche se, sostiene il vicemi-
nistro Romani, «abbiamo lasciato al
Parlamento la possibilità di fare un ap-
profondimento, anche perché è una
riforma importante che richiede un per-
corso obbligatoriamente condiviso».
Ma l’opposizione non ci sta. Il segretario
pd Dario Franceschini annuncia «op-
posizione durissima: già c’è uno squili-
brio spaventoso, ci manca solo che si
torni indietro». «Stiamo scherzando? La
legge non si tocca» va ripetendo Pier
Ferdinando Casini. Di Pietro è anche lui
in trincea.
RIPARTIZIONE
Gli spazi saranno
ripartiti secondo
criteri proporzionali
DIRITTO DI TRIBUNA
Sarà riconosciuto
un diritto di tribuna
del dieci per cento
PAGAMENTO
Messaggi a
pagamento sulle tv
anche in campagna
elettorale
va, «ho sottoposto il ddl anche al vice-
ministro alla Comunicazione Paolo Ro-
mani — racconta — Stiamo solo deci-
dendo in queste ore se depositarlo alla
Camera o al Senato. Certo, se si appro-
vasse prima delle regionali sarebbe me-
glio». Le opposizioni si preparano a da-
re battaglia.
La par condicio «discrimina chi ha
avuto una rappresentanza reale con
l’investitura popolare», si legge nell’in-
troduzione al ddl con cui si punta a can-
cellare la norma del 2000 osteggiata a
più riprese dal premier Berlusconi. «L’o-
biettivo è adeguare la nostra disciplina a
quella degli altri paesi europei — spiega
Abrignani — dove gli spazi tv vengono
ripartiti in base alla precedente tornata
elettorale o alla presenza in Parlamen-
to». Detto-fatto. Il primo comma del-
l’art.1 assicura «a tutti i soggetti politici,
sulla base della rappresentanza parla-
mentare, con imparzialità ed equità,
l’accesso alla comunicazione politica».
Per le elezioni locali, il criterio è quello
della presenza nelle assemblee elettive
da rinnovare. Della par condicio resta
giusto una traccia al sesto comma, in cui
è scritto che «gli spazi per i messaggi so-
no ripartiti tra i diversi soggetti politici
per il dieci per cento secondo il principio
della pari opportunità». Dieci per cento
per tutti, insomma, il resto in base al cri-
terio proporzionale. Anche se, precisa il
primo firmatario, «quella percentuale è
indicativa, può anche essere portata al
(c.l.)
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Il personaggio
AUDIZIONE
Augusto
Minzolini,
direttore
del Tg, ieri
nell’aula della
commissione
Vigilanza
sulla Rai.
Accanto
a lui il
presidente
Sergio Zavoli
CARMELO LOPAPA
ROMA — È un direttore «non mili-
tante, ma istituzionale». E fare edi-
toriali è suo «diritto: non accetterò
mai di essere un direttore dimez-
zato». Di censure su escort e scan-
dali sul premier non vuol sentire
parlare: il suo tg «ha dato tutte le
notizie, nessuna esclusa, secondo
i criteri del servizio pubblico, con
prudenza e sobrietà». Polemiche
«fuori luogo, incomprensibili». E
se l’altra sera, per raccontare della
«guerra dei giornali» tra Corriere e
Repubblica, ha dato la parola al di-
rettore del primo e non dell’altro
quotidiano, è perché «poi avrei
dovuto concedere la controrepli-
ca e non ne saremmo usciti più:
semmai, dovrei far parlare Feltri,
chiamato in causa tante volte».
Servizio pubblico e informazione
secondo Augusto Minzolini.
Novanta minuti di «interroga-
torio», sotto una sfilza di doman-
de, per il direttore del Tg1. I parla-
Audizione in Vigilanza del direttore del Tg1: “Il caso escort diverso da Tangentopoli”
Minzolini: mio diritto fare editoriali
Le nuove dieci
domande
ma è scontro con le opposizioni
Ecco le nuove dieci domande
che Repubblica ha rivolto a
Silvio Berlusconi a conclusione
dell’articolo di Giuseppe
D’Avanzo pubblicato il 26
giugno
1 Quando ha avuto modo di conoscere
Noemi Letizia? Quante volte ha avuto
modo di incontrarla e dove? Ha fre-
quentato e frequenta altre minorenni?
2 Qual è la ragione che l'ha costretta a
non dire la verità per due mesi fornen-
do quattro versioni diverse per la co-
noscenza di Noemi?
stato dieci giorni fa». Un diritto
che il suo predecessore Gianni
Riotta, fa presente, «ha esercitato
15 volte». Quindi, Minzolini tiene
a distinguere tra il caso escort e
Tangentopoli: «Allora si partiva da
un avviso di garanzia, ora abbia-
mo assistito a processi squisita-
mente mediatici». E ai commissa-
ri che gli contestano di aver nega-
to la parola a Repubblica nel servi-
zio dell’altra sera in cui ha inter-
pellato invece i direttori di Corrie-
re , Riformista e Libero , replica:
«Ho riportato fedelmente tutta la
presa di posizione di Repubblica e
di Scalfari. Ho cercato di capire co-
sa ne pensavano gli altri giornali».
L’Idv con Pardi (record di 10 nei 3
minuti concessi) gli rinfaccia di ri-
servare al partito lo 0,07% nei tg? Il
direttore taglia corto e ricorda la
campagna «Boicotta Minzolini»
organizzata da Di Pietro. I com-
missari Pdl difendono il direttore,
«coraggioso e convinto della sua
linea». Resta agli atti il giudizio
pessimista di Minzolini sulla Rai:
«Rimasta a 20 anni fa, se non si mo-
dernizza morirà».
Il presidente Zavoli lamenta la
«mancanza di regole», poi la butta
in metafora calcistica, confessan-
do che vedrebbe meglio il diretto-
re del Tg1 «al centro del campo, in
un ruolo alla Pirlo, piuttosto che
alla Gilardino». Dopo Minzolini in
commissione tocca al direttore
del Tg2 Mario Orfeo. Anche il suo,
3 Non trova grave che lei abbia ricom-
pensato con candidature e promesse
di responsabilità le ragazze che la
chiamano "papi"?
4 Lei si è intrattenuto con una
prostituta la notte del 4 novembre
2008 e sono decine le "squillo"
secondo le indagini, condotte nelle
sue residenze. Sapeva fossero
prostitute?
5 E' capitato che "voli di Stato", sen-
za la sua presenza a bordo, abbiano
condotto nelle sue residenze le
ospiti delle sue festicciole?
L’Alto commissario
dell’Onu:
siamo attenti
alla libertà
di stampa in Italia
La polemica
“Il premier vede i talk show prima”
Zaccaria attacca, Bonaiuti nega
6
Può dirsi certo che le sue
frequentazioni non abbiano
compromesso gli affari di Stato? Può
rassicurare il Paese che nessuna
donna, sua ospite, abbia oggi in
mano armi di ricatto?
Il Pd: rispetti
il pluralismo
E l’Idv: il suo
telegiornale
ci ignora
7
Le sue condotte sono in contraddi-
zione con le sue politiche: lei oggi
potrebbe ancora partecipare al Fa-
mily Day o firmare una legge che pu-
nisce il cliente di una prostituta?
mentari di opposizione gli conte-
stano editoriali e silenzi, «fazio-
sità» e spazi concessi al governo e
alla maggioranza: «Il 68%», incal-
zano da Gentiloni a Vita, da Pardi
alla Melandri, da Rao a Morri.
Minzolini — che oggi sarà ascolta-
to dal Cda Rai — siede al fianco del
presidente Sergio Zavoli e ribatte
colpo su colpo. «Sono stato accu-
sato di censura e il mio editoriale
(di critica alla manifestazione sul-
la libertà di informazione, ndr ) è
stato giudicato irrituale, sono il
primo censore censurato». Riven-
dica il diritto di dire la sua «secon-
do quell’articolo 21 della Costitu-
zione per cui altri hanno manife-
ROMA — Per Roberto Zaccaria, ex presi-
dente Rai e parlamentare Pd, il presidente
del Consiglio avrebbe la possibilità di vede-
re in bassa frequenza i programmi Rai in cor-
so di registrazione. Lo ha detto, in una inter-
pellanza urgente al ministro per lo Sviluppo
economico, chiedendone la compatibilità
con i compiti del servizio pubblico radiotele-
visivo. Dall’intervento del premier nella pun-
tata di Porta a Porta sulla bocciatura del lo-
do Alfano, il sospetto che il collegamento
fosse anche visivo, oltre che telefonico. Per
Paolo Bonaiuti si tratta di «una inutile e scioc-
ca polemica». Il sottosegretario ha aggiunto:
«Ancora una volta l’onorevole Zaccaria ha
preso un abbaglio. Nessun collegamento in
bassa o in alta frequenza con Porta a Porta».
precisa, è un tg «istituzionale».
Bianca Berlinguer, neo direttrice
del Tg3, si è presentata agli spetta-
tori nell’edizione delle 19. «Farò
un tg non fazioso — promette —
ma sempre un po’ corsaro». Tutto
questo accade nel giorno in cui
l’Alto commissario Onu ai Diritti
umani fa sapere che sta seguendo
con attenzione la situazione ita-
liana, «come in ogni altro paese in
cui la libertà d'informazione è mi-
nacciata».
8
Lei ritiene di potersi ancora candi-
dare alla presidenza della Repub-
blica? E, se lo esclude, ritiene di
poter adempiere alla funzione di
presidente del Consiglio?
9
Lei ha parlato di un "progetto ever-
sivo" che la minaccia. Può garanti-
re di non aver usato né di voler usa-
re intelligence e polizie contro te-
stimoni, magistrati, giornalisti?
DENUNCIA
Roberto
Zaccaria
10
Alla luce di quanto è emerso in
questi due mesi, quali sono, signor
presidente, le sue condizioni di
salute?
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POLITICA INTERNA
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